Ci ricordiamo tutti la famosa SP.E.C.T.R.E. (Special Executive for Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion), il grande e terribile nemico numero uno del nostro mito James Bond, l’agente segreto 007, con la licenza di uccidere.

Mi è venuta in mente la SP.E.C.T.R.E.  leggendo i risultati di alcune inchieste giornalistiche americane e israeliane.

La SP.E.C.T.R.E.  era una organizzazione criminale, a livello mondiale, che voleva impossessarsi delle leve di comando del mondo attraverso l’abbattimento di tutte le democrazie, con anche, se necessario, l’uso di bombe nuclerari.

Soltanto grazie al coraggio e all’astuzia di 007 ci siamo evitati la catastrofe e abbiamo applaudito al tradizionale happy end di James Bond.

Erano gli anni ’60, ed eravamo ancora immersi in pieno nella Guerra Fredda, quando non si sapeva ancora chi avrebbe vinto quel “braccio di ferro” tra le due grandi potenze, l’America e la Russia.

Oggi la conclusione delle analisi giornalistiche svolte sia in Israele che negli Stati Uniti è inquietante: si avvicina molto a quella prefigurata dall’autore di 007, lo scrittore inglese Ian Fleming.

E’ in corso, infatti, il consolidamento del cosiddetto “Asse del Male” e cioè il patto, non scritto (ma tra autarchi non è necessario scrivere!) tra Russia, Corea del Nord, Iran, con la supervisione della Cina, per indebolire e marginalizzare il cosiddetto Occidente.

State a sentire quanto emerge dal lavoro eseguito dai giornalisti americani e israeliani … purtroppo le fonti sono autorevoli.

Il quotidiano israeliano Yediot Ahronoth, citando fonti iraniane ed arabe (Teheran e nessuno stato arabo ha confermato né smentito!) ha dato la notizia che la Russia fornirà all’Iran i caccia da combattimento di quarta generazione, denominati Sukhoi Su-35.

Erano anni che il regime di Teheran pressava Putin per tale fornitura che fino al 2022 era sempre stata negata.

Mosca evidentemente non voleva pregiudicare le sue buone relazioni allora esistenti con il governo di Tel Aviv.

Evidentemente il nuovo contesto internazionale ha  modificato le decisioni di Putin che si è determinato a rifornire l’Iran di un tremendo strumento di annientamento del nemico come i caccia Sukhoi.

Se tale fornitura fosse già in corso, Teheran potrebbe avere ormai a disposizione una forza aerea adeguata al suo importante arsenale missilistico.

Senza infatti quest’ultima decisione di Mosca, gli iraniani non potevano valorizzare il loro “magazzino missili” avendo una antiquata forza aerea, risalente ancora ai tempi dello Scià (come ha dimostrato anche la recentissima tragedia in cui ha perso la vita, tra le altre, un alto esponente iraniano, a causa probabilmente della cattiva manutenzione di un elicottero vecchio di oltre cinquant’anni).

Evidentemente lo sviluppo della guerra in Ucraina ha spinto Putin a consolidare le relazioni con Teheran, barattando il know-how iraniano nella produzione di armamenti a basso costo ed alto impatto come i droni Shaded-136 usati proprio contro l’Ucraina, barattando, dicevo, tali cessioni con l’acquisizione di schemi finanziari e logistici per aggirare le sanzioni occidentali.

La seconda fonte che conferma la costruzione del cosiddetto “Asse del Male” è il Washington Post che nelle scorse settimane ha rivelato il contenuto di un documento segreto, interno al governo russo, che conferma come sia in corso un’offensiva comune con Iran e Corea del Nord, con la regia della Cina, contro l’Occidente.

Tale documento conferma anche il ruolo fondamentale di Pechino nella resistenza attuata sia da Mosca sia da Teheran e sia dalla Corea del Nord per arginare e aggirare le sanzioni economiche emanate nei loro confronti.

Il governo di Xi Jinping ha fornito a Mosca negli ultimi due anni, oltre alle normali transazioni commerciali, un forte supporto a tutta l’industria militare, mettendo in condizione la Russia di poter contare sulle importazioni delle tecnologie necessarie a produrre missili, carri armati e aerei.

La Cina svolge un ruolo fondamentale anche per l’Iran che esporta il 90% del suo petrolio proprio alla Cina, quel petrolio che viene acquistato dalle raffinerie cinesi della provincia di Shandong, le cosiddette “teiere”.

Proprio queste raffinerie, come sottolinea Federico Bosco su Linkiesta, hanno sviluppato metodi per eludere le sanzioni occidentali al greggio iraniano attraverso transazioni esclusivamente in Yuan, la valuta cinese.

Offrendo dunque a Teheran un sistema di compensazione e un regolamento, denominato CIPS per l’utilizzo di istituzioni finanziarie e  locali isolate dai grandi operatori del commercio internazionale come la banca di Kunlun.

Grazie a questa partnership con la Cina, le esportazioni petrolifere dell’Iran hanno raggiunto i livelli massimi dal 2018: ovviamente i proventi multimilionari di tali transazioni hanno costituito una fonte finanziaria fondamentale per aggiornare l’armamento iraniano aumentando l’aggressività e le mire espansionistiche del governo di Teheran.

Si parla di 35 miliardi di dollari con l’arroganza da parte del ministro del petrolio iraniano Owji di dichiarare alla stampa internazionale “Nonostante la volontà dei nostri nemici oggi possiamo esportare barili di petrolio ovunque”.

I quattro paesi dell’Asse del Male hanno un unico scopo in comune, non ideologico, ma estremamente pragmatico: indebolire l’Occidente e i suoi alleati regionali.

Oggi i quattro paesi hanno realizzato delle partnership strutturate e di dimensioni rilevanti sia sul piano economico, sia politico, sia militare.

La rivista Foreign Affairs ha recentemente sostenuto la tesi che “l’Asse del Male” rappresenta un’alleanza in grado di contrapporsi a quelle alleanze formalizzate tra gli Stati Uniti e i suoi alleati.

Secondo la rivista citata le autocrazie non hanno bisogno di vincolarsi ad un sistema di alleanze formalizzato (come la Nato, per esempio), la loro struttura verticistica e la loro catena di comando “corta” non richiede neanche patti scritti.

I regimi autarchici preferiscono accordi più efficienti, meno istituzionalizzati, che non lasciano tracce documentali e possono rimanere nelle zone opache dell’ambiguità, della politica “sotterranea”.

Secondo il Foreign Affairs non vanno però assolutamente sottovalutati.

La realtà dunque ancora un volta supera la fantasia.

L’alleanza anche militare e neanche tanto segreta tra Russia, Iran e Corea del Nord con la Cina al comando, in cabina di regia, sta concretizzando i più catastrofici scenari che abbiamo potuto vedere al cinema, proprio quelli immaginati da Ian Fleming nella saga di Bond.

La SP.E.C.T.R.E., l’organizzazione dei “cattivi” avversaria di 007, il “buono” James Bond, immaginava proprio di distruggere l’Occidente, come oggi vediamo sia diventato anche l’obiettivo e il collante dell’alleanza tra autocrazie.

Purtroppo, però,  non siamo più nel mondo fantastico di Hollywood

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